VENERDI' SANTO SERA - Processione del Cristo Morto

La processione del Venerdì Santo è una rappresentazione drammatica con tutti i canoni e le simbologie proprie di tale espressione; la presentazione dei penitenti, l’invito al popolo per constatare la morte del Cristo, il racconto degli eventi attraverso la presentazione dei Simboli della Passione il Tragico Epilogo, il canto di pentimento il dolore della Madre.
La Confraternita da prima si presenta:
quattro incappucciati, scelti tra i partecipanti di maggiore altezza, ciascuno recante un lampione, mostrano il titolo del sodalizio scritto e con ricami in oro su una fascia trasversale color cremisi indossata al disopra del saio. Seguono altri quattro incappucciati con fascia trasversale color cremisi, anche essi recanti lampioni.
Viene quindi l’annuncio, l’inno dei bambini che invoca e chiama il popolo affinchè accorra e pianga. Lo stendardo e la Croce col Pannetto con i loro lacci e fiocchi portati da incappucciati.
Inizia poi il racconto dei fatti secondo la descrizione evangelica con la presentazione dei Simboli della Passione portati da incappucciati disposti singolarmente o a coppia ed illuminati da due lampioni o fiaccole uno per lato. Chiude la serie dei simboli della passione una fila di quattro incappucciati con lampioni ed apre la parte centrale della processione epilogo del dramma.
La statua del Cristo Morto che è preceduta dal Parroco e dal Clero della Parrocchia, viene portato a spalla da sedici portanti, indossanti il saio ed il cappuccio aperto, che si alternano a gruppi di quattro.
Quattro incappucciati con fascia di color cremisi, due per lato, illuminano la statua con fiaccole accese.
Precede il Cristo Morto un gruppo di bambini indossanti saio e cappuccio aperto, che portano cestini di garofani rossi.
Segue, quindi, il coro del Miserere che interpreta per tutti il pentimento e l’invocazione del perdono dei peccati. La statua della Madonna Addolorata, vestita di nero segue il Figlio Morto. È portata a spalla da sedici portanti, Tutti indossanti il saio e con il cappuccio aperto, che si alternano a gruppi di quattro, ed è illuminata con quattro lampioni portati da altrettanti incappucciati indossanti una fascia trasversale color cremisi.
Chiudono la processione i confratelli che svolgono incarichi particolari, i Consultori, il Tesoriere, il Segretario ed infine gli Assistenti ed il Priore.
Il Padre Spirituale, partecipa nella sua funzione principale di Parroco, assistito dal Clero della Parrocchia. Segue la processione del Cristo Morto il labaro del Comune di Sant’Agnello portato da un vigile urgano in alta uniforme, il Sindaco con la fascia tricolore delle cerimonie ufficiali, gli Assessori, i Componenti del Consiglio Comunale ed infine le rappresentanze della Società Operaia di Mutuo Soccorso, delle Associazioni Civili e Religiose ed il popolo in preghiera.

- La storia della Statua del Cristo Morto -



La statua lingnea del Cristo Morto, che la Confraternita del Monte dei Morti dei Santi Prisco e Agnello porta in processione la sera del Venerdì Santo, appartiene alla chiesa parrocchiale.
L’origine della scultura è ignota; non si conosce con certezza l’epoca in cui fu scolpita, né il nome del suo probabile autore. Non vengono in aiuto in questo caso neppure le notizie tramandate oralmente, come avviene per le analoghe sculture di Sorrento e Procida, entrambe attribuite ad artisti carati o rifigiati.
L’informazione più antica che possediamo viene da Monsignor Filippo Anastasio e dai suoi Atti di Santa Visita nell’anno 1700. E’ un indicazione molto semplice, essenziale senza alcun dettaglio descrittivo, inserita in una breve nota fatta dai convisitatori dell’Arcivescovo in merito all’Altare della Madonna del Rosario della Chiesa parrocchiale, che dice testualmente: “In eius visitatione Domini Convisitatores invenerunt Altare predictum esse Ligneum, et non Lapideum, … sub dicto Altari conservatur simulacrum Christi demortui …” dalla quale si evince chiaramente che sotto l’Altare del Rosario, allora come oggi, vi era conservata la statua del Cristo Morto.

- La storia della Statua della Madonna -



La statua della Madonna Addolorata che i confratelli portano in processione la sera del Venerdì Santo appartiene all’Arciconfraternita dell SS. Sacramento e Natività di Maria Vergine della nostra Parrocchia e viene concessa nel rispetto di una consuetudine ormai secolare.
Anche di questa statua non si conoscono le origini e, nonostante le ricerche effettuate, negli archivi della suddetta Arciconfraternita, non vi è stato ritrovato alcun documento o notizia significativa che possa ricostruire la sua storia reale.
Un dato certo che riguarda la presenza di una statua dell’Addolorata nella nostra Parrocchia è fornita dal governatore Giovanni Gargiulo nella già citata istanza inoltrata il 30 marzo del 1890 all’Intendente di Pubblica Sicurezza di Sorrento, nella quale si attestò appunto che la Compagnia dell’Arciconfraternita SS. Sacramento era solita uscire in processione “…recando ancora l’immagine della Vergine Addolorata …”.
Se la notizia del Gargiulo non si riferisce ad altra statua, il che appare improbabile, nel 1890 la statua dell’Addolorata era già nella Congrega, tanto che nel 1891 le si costruì una nuova base, costata 145, come chiaramente appare nei libri contabili della citata Arciconfraternita. Su ognuno dei quattro lati della piramide (base) è raffigurato un Simbolo della Passione.
Secondo testimonianze, delle quali non si ha motivo di dubitare, la statua della Madonna Addolorata sarebbe giunta nel nostro Paese grazie a due coniugi trapanesi, dei quali non si conosce il nome, che nel loro trasferimento da Trapani o forse Sciacca, probabilemente insieme agli altri loro beni portarono con se la statua che furono soliti concedere durante la Settimana Santa, in ossequio ad una antica devozione tuttora esistente nell’Italia Meridionale. Alla morte dei due coniugi la statua passò alla famiglia del Comm. Agnello Balsamo, nostro Priore agli inizi del 1900, la quale continuò per diversi anni nella tradizione per poi cedere definitivamente la statua all’Arciconfraternita del SS. Sacramento.




- Testo e foto tratti dal sito Il Monte dei Morti - Confraternita dei Santi Prisco ed Agnello.